venerdì 18 ottobre 2013

La revisione della ISO 9001



Come probabilmente noto, la “International Organization for Standardization” (ISO) sta sottoponendo a revisione la norma ISO 9001; questo progetto è in corso dal 2012 e si dovrà concludere nel 2015; la revisione si compone delle seguenti fasi principali:
Aprile 2013
CD
Commitee Draft
Marzo 2014
DIS
Draft International Standard
Novembre 2014
FDIS
Final Draft International Standard
Settembre 2015
Pubblicazione
Norma applicabile
 
Analizzando la bozza emessa dal “Commitee Draft” si osserva che la struttura della norma ISO 9001:2015 sarà diversa rispetto all’attuale versione 2008. Quale potrà essere, quindi l’impatto sul Manuale della Qualità?
Le otto sezioni della versione corrente faranno posto a 10 nuove sezioni.
Le prime tre rimarranno, come già avviene nella versione corrente, delle sezioni introduttive.
Le successive 7 sezioni avranno i seguenti titoli:
4: contesto in cui opera l'organizzazione
5: Leadership
6: Pianificazione
7: Supporto
8: Operatività
9: Valutazione delle prestazioni
10: Miglioramento

Coloro che hanno strutturato il proprio manuale della qualità secondo le sezioni della norma ISO 9001:2008, dovranno riflettere su come dovranno riformulare il nuovo manuale.
Probabilmente si tratterà di riformulare il manuale e non sarà un semplice riallineamento in riferimento alle 10 clausole della nuova ISO 9001:2015 .

Il gruppo di lavoro ISO/TC 176 ha condiviso il criterio secondo cui la struttura della futura norma ISO 9001:2015, dovrà corrispondere il più possibile a quello degli altri modelli di sistemi di gestione (qualità, ambiente sicurezza sul lavoro, sicurezza delle informazioni, ecc…), includendo in questo anche l’armonizzazione del glossario.
Questo allineamento è necessario per facilitare l'implementazione di un sistema di gestione integrato AQS (Ambiente / Qualità / Sicurezza), ed è stato spinto fino alla esatta corrispondenza dei titoli delle sezioni, dei paragrafi e dei requisiti
In ogni caso la norma ISO 9001 nella versione 2015 si distinguerà dalle altre due norme per i sistemi di gestione per quanto riguarda i requisiti della sezione “Supporto”, in quanto un'altra logica troverà applicazione in questo parte della norma.
In questa versione della norma le esigenze e le aspettative andranno oltre i clienti, in quanto si introdurrà formalmente il concetto di parte interessata o stakeholder (es. Clienti diretti, utilizzatori finali, fornitori, distributori, altre entità nella filiera, ecc…) Il concetto è già presente nei sistemi di gestione citati, cioè:
·         ISO 14001: 2004 dove si definisce parte interessata un individuo o gruppo interessato alle o dalle prestazioni ambientali di un'organizzazione (definizione 3.13) .
·         OHSAS 18001: 2007dove- si definisce parte interessata un individuo o un gruppo, presente all'interno o all'esterno del luogo di lavoro , interessato alle o dalle prestazioni del SGSL di un'organizzazione.

Se analizziamo alcuni dei contenuti della bozza della nuova versione si osserva quanto segue.
La sezione 8 il cui titolo sarà “Operazioni” comprenderà tutti gli elementi presente nell’attuale sezione 7 "Realizzazione del prodotto”. Tuttavia, l’attuale paragrafo 7.6 sul monitoraggio apparecchiature di controllo e di misura non andrà nella nuova sezione 8 bensì è stato inserito nella nuova sezione 7. (paragrafo 7.1.4), rientrando nella logica delle risorse messe a disposizione dell’organizzazione per il raggiungimento dei propri obiettivi e per assicurare l’efficacia delle proprie prestazioni.

La pianificazione del SGQ è stata rafforzata attraverso l’introduzione della gestione del rischio: ovvero attraverso la richiesta della definizione di una metodologia per la gestione dei rischi per la "qualità".
Nella versione attuale Il paragrafo che riguarda la pianificazione della qualità è il 5.4, nel quale si confondono la pianificazione della qualità e la pianificazione degli obiettivi; ciò ha comportato una cattiva interpretazione del significato di pianificazione del Sistema di Gestione per la Qualità.
In verità se diamo un’occhiata alla attuale configurazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e su quella ambientale, si osserva un completo allineamento sul tema della pianificazione :


ISO 14001:2004
OHSAS 18001:2007
4.3 Pianificazione
4.3 Pianificazione
4.3.1 Aspetti ambientali
4.3.1 Identificazione dei pericoli, valutazione e controllo rischi
4.3.2 Prescrizioni legali e altre prescrizioni
4.3.2 Requisiti legali e altri requisiti
4.3.3 Obiettivi, traguardi e programma/i
4.3.3 Obiettivi e programma/i


Quindi se si dispone già di un proprio sistema di gestione (ISO 14001 o OHSAS 18001 ), che comprende una metodologia per la gestione del rischio, probabilmente sarà più facile estendere tale metodica al Sistema di Gestione per la Qualità.
Si potranno individuare specifici metodi per la gestione del rischio ma si ritiene possa essere importante avere un solo metodo, per esempio utilizzando valutazioni sulla frequenza o probabilità di accadimento di un pericolo e valutazione sull’impatto del danno causato dal suo verificarsi.

Conseguentemente nella gestione per processi, si potranno identificare per ognuno  di essi i rischi che incidono nello specifico ambito, ovvero:
·         Nel SGQ: i rischi per la qualità (ISO 9001)
·         Nel SGA: i rischi per l’ambiente ( ISO 14001 )
·         Nel SGSL: i rischi per la salute e sicurezza sul lavoro ( OHSAS 18001 )
·         Nel SGSD: i rischi per la Sicurezza dei dati ( ISO 27001 )
·         Ecc…

Questo approccio nella gestione del rischio potrà comportare una dinamica più interessante nella gestione delle azioni preventive in confronto all’attuale funzionamento basato sulle non conformità potenziali e sulle loro cause (ISO 9001:2008 - 8.5.3)

Il miglioramento (che non sarà più continuo), comprenderà invece due componenti:
-          Un asse basato sui problemi: fatti, cause primarie, piani d'azione, l'efficacia delle soluzioni rispetto alla causa primaria;
-          Un asse basato sul progresso : obiettivi definiti , piani d'azione, l'efficacia dell'attuazione in relazione alla soluzione obiettivo

in conclusione:
In attesa di seguire le prescrizioni contenute nel futuro sviluppo della ISO 9001 , è possibile iniziare ad agire e fare evolvere il proprio manuale della qualità per renderlo uno strumento di comunicazione e di condivisione delle migliori pratiche aziendali.

Al momento, non possiamo sapere con certezza quali requisiti rimarranno effettivamente nella versione che sarà pubblicata alla fine del 2015, in quanto ci sono ancora diverse tappe da passare (CD , DIS , FDIS). Ma l'allineamento delle tre norme è comunque ritenuta universalmente una necessità se si vuole avere un sistema di gestione al servizio delle prestazioni delle aziende.

lunedì 3 giugno 2013

Buona Prassi: "la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro nei cantieri edili"

Il cantiere edile è un luogo di lavoro caratterizzato dalla presenza di numerose imprese e lavoratori autonomi che svolgono, all’aperto, attività temporanee e spesso simultanee; frequente è la presenza di lavoratori non in regola con gli obblighi contributivi ed assicurativi.
Tale situazione determina un aumento del rischio per tutti i lavoratori che si trovano ad operare nel settore edile.
Molti sono gli interventi attuati nel settore delle costruzioni per ridurre sia i rischi lavorativi per gli addetti che il fenomeno del lavoro nero. Numerose, ad esempio, sono state negli ultimi anni le campagne di vigilanza nei cantieri e gli interventi volti a formare ed informare gli operatori del settore edile quali: committenti, datori di lavoro, lavoratori autonomi, lavoratori, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, coordinatori per la sicurezza, liberi professionisti.
Molti di questi interventi sono stati realizzati dagli Enti Pubblici preposti al controllo del rispetto delle norme antinfortunistiche, coordinati dalle varie Regioni, anche in accordo e collaborazione con le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni di Categoria dei datori di lavoro e gli Ordini Professionali.
Proprio in considerazione dei rischi presenti nei cantieri edili sono state predisposte normative specifiche fin dagli anni ’50, come ad esempio il DPR 164/56; la Direttiva europea 92/57/CEE, recepita in Italia con il D.L.vo 494/96, ha cercato di rispondere alle difficoltà del settore organizzando un sistema di prevenzione nei cantieri incentrato sulla figura del coordinatore per la sicurezza e che coinvolgesse in prima persona il committente, soggetto per il quale l’opera viene realizzata.
Attualmente la normativa specifica per la sicurezza del settore edile, sia quella degli anni ’50 che quella più recente di ispirazione europea, è stata inclusa nel nuovo testo unico sulla sicurezza (D.L.vo 81/08) insieme alla normativa generale che vale per tutti i settori produttivi.
Nonostante la presenza di norme specifiche ed il notevole impegno profuso per la sicurezza e la prevenzione nel settore delle costruzioni, ancora oggi rimane elevato il numero degli infortuni sul lavoro, spesso mortali, nei cantieri edili.
E’ pertanto ancora necessario sperimentare nuovi e più efficaci interventi e lo stesso Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro indica tra le misure generali di tutela anche l’adozione di codici di condotta e di buone prassi, coerenti con la normativa ed adottate volontariamente, finalizzate alla promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale approccio appare tanto più necessario nei cantieri affidati a micro e piccole imprese dove la problematica della sicurezza è ancor più collegata alla realtà operativa quotidiana piuttosto che ad una definizione, solo formale, delle regole.
Dal collegamento seguente si accede ad un documento per "la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro nei cantieri edili", in cui si riassumono i risultati dell'indagine ed alle relative conclusioni.

lunedì 15 aprile 2013

Buone Prassi: "Ingresso spazi confinati."

La verifica periodica di integrità prevede un’ispezione visiva e una prova idraulica delle diverse camere tra le quali il corpo cilindrico. La buona prassi in questione prende in esame il corpo cilindrico di una caldaia difficilmente accessibile per presenza di elementi strutturali per scambio termico, lamierini, e per le ridotte dimensioni dei portelli d’accesso (d= 600mm) posti ai due lati opposti del corpo stesso. Nel documento è riportata una fotografia del corpo cilindrico e di uno dei due portelli d’accesso. In questo caso è risultato quindi evidente la necessità di rimuovere gli elementi per lo scambio termico al fine di rendere il corpo caldaia accessibile. Dall’analisi del lavoro di rimozione dei lamierini sono emersi i seguenti rischi:
• lavoro in spazio confinato (corpo cilindrico caldaia D= 600 mm e L= 12000 mm),
• anossia (ventilazione naturale ostacolata),
• chimico (fumi di saldatura/molatura),
• radiazioni ottiche artificiali (prodotte dalla saldatura/molatura),
• difficoltà recupero operatore in caso di emergenza.

Dal collegamento seguente si accede ad un documento relativo alle buone prassi per "l'ingresso in spazi spazi confinati".

mercoledì 10 aprile 2013

Buona Prassi: "Miglioramento del sistema di gestione del rischio a polveri di farine"


I lavoratori addetti alla panificazione sono soggetti a malattie a carico dell’apparato respiratorio determinate dalla inalazione di polveri di farina di frumento e/o additivi aggiunto all’impasto. La farina è un prodotto naturale che contiene varie sostanze che possono causare allergie, sensibilizzazioni respiratorie e, all’aumentare dell’esposizione, asma occupazionale quest’ultima con una incidenza di 78/100000. Le patologie da sensibilizzazione a polveri di farina riconoscono come fattori favorenti la loro insorgenza: cattive condizioni igienico ambientali, scarsa pulizia degli ambienti e mancanza di procedure per la gestione del rischio. L’indagine ha riguardato un campione di aziende, nelle quali sono stati eseguiti campionamenti personali sia nel turno di lavoro che nella fase di lavorazione dell’impasto, quest’ultima con maggior rischio espositivo, oltre a campionamenti ambientali per avere una stima delle condizioni generali di inquinamento da polveri di farina. I dati emersi da tali valutazioni hanno evidenziato una esposizione media dei lavoratori superiore rispetto a misure eseguite in altri Paesi Europei, ma come altri studi hanno mostrato una prevalenza molto elevata di valori superiori al valore di TLV/TWA ACGIH di 0,5 mg/m2 ribadendo l’importanza di quanto presente nelle normative di salute e sicurezza durante il lavoro.
Dal collegamento seguente si accede ad un documento per la "gestione del rischio a polveri di farine", in cui si riassumono i risultati dell'indagine ed alle relative conclusioni.

sabato 30 marzo 2013

Linee guida per aderire a EMAS

DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 4 marzo 2013:
Linee guida per l’utente che illustrano le misure necessarie per aderire a EMAS, a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS)

“Valutazione dei rischi” negli impianti di produzione elettrica.



Si riporta il collegamento per consultare l'istruzione operativa per la valutazione dei rischi che include dei “criteri di valutazione dei rischi non misurabili e misurabili” emessa dalla "Divisione Generazione ed Energy Management " di Enel Produzione SpA e che fornisce le modalità operative da seguire per l’esecuzione della valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute del personale della Divisione Generazione ed Energy Management. L’istruzione operativa per ogni rischio indica i criteri specifici per la valutazione del rischio iniziale e del rischio residuo i quali se riportati su una scheda di sintesi possono far parte integrante del DVR. Lo strumento illustrato permette in sintesi:
  • Facile implementazione informatica del modello funzionale della valutazione
  • Univocità dei criteri di valutazione dei rischi per tutte le Unità Produttive
  • Flessibilità nella definizione dei coefficienti “k” di attenuazione del rischio iniziale
  • Facile monitoraggio della gestione della sicurezza in ogni Unità Produttiva
  • Elencazione delle priorità
  • Storico delle attività
  • Monitoraggio dei valori

lunedì 18 marzo 2013

Buone Prassi: Un patto per la NOSTRA sicurezza

Dal collegamento seguente si accede ad una "buona prassi validata" che propone attività per il coinvolgimento del personale nella gestione della sicurezza in azienda. La riunione mensile di fabbrica e di sicurezza, lo psicodramma e l’animazione, la diffusione del DVR e il palio antincendio.